Il tema della resilienza è molto caro agli psicologi-psicoterapeuti, indipendentemente dal loro orientamento teorico-pratico. Conoscere il pensiero degli autori, che hanno scritto così tanto sulla questione, capire la loro visione esistenziale su come sia possibile tornare a vivere serenamente dopo una ferita profonda, un imprevisto devastante, mi ha catapultata in un confronto diretto con la vita, con l’esperienza personale e il viaggio interiore che ognuno di noi intraprende per conoscersi. Nessuno è esente dalla frustrazione, dall’impotenza, dall’incapacità di attivare le proprie risorse interne, ma dobbiamo poter fare i conti anche con i nostri limiti ed imparare a trasformarli in una risorsa. Cresciamo con la convinzione di dover sopprimere tutte le emozioni negative e quindi niente paura, niente tristezza, meno che mai la disperazione. Tutto il nostro Io, la nostra educazione morale, familiare e sociale, è proiettata a credere che possono esistere solo cose belle, emozioni positive e obiettivi da raggiungere o già raggiunti in maniera brillante.