La poetessa argentina Alejandra Pizarnik (1936-1972) è diventata negli ultimi anni una delle più celebrate autrici ispanoamericane del secolo XX, ma è ancora poco conosciuta in Italia. Questo libro, da una parte, deve servire per introdurre la sua figura nell'ambito della critica letteraria italiana, e dall'altra prova a legare la sua opera alla crisi del linguaggio o, in altre parole, all'allontanamento fra parola e cosa, fra rappresentazione e realtà. Non solo Mallarmé, Rimbaud o Artaud, ma anche scrittori come Dante, Cervantes, Melville o Lewis Carroll, tutti letti ed apprezzati da Pizarnik, servono in questo lavoro per guidare il percorso critico. La poesia di Pizarnik è da questo punto di vista un esercizio estremo di distruzione della referenzialità linguistica, un viaggio attraverso il paradosso, l'assurdo e la disperata assenza di una qualche certezza che ci protegga dall'alterità. È, in definitiva, la prova del fatto che la casa del linguaggio è saltata per aria, e la poesia non può che rivelarsi vuota, morta; non assassinata adesso, ma piuttosto morta già prima di nascere, poiché limitata a dire soltanto che non può dire, a porre in gioco carte che si sanno false.
dettaglio del libro: |
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ISBN-13: |
978-3-639-88084-7 |
ISBN-10: |
3639880846 |
EAN: |
9783639880847 |
lingua del libro: |
Italiano |
By (author) : |
Alfonso Zuriaga del Castillo |
Numero delle pagine: |
144 |
Pubblicato il: |
28.05.2014 |
Categoria: |
20th and 21st century |