Nonostante il diritto di migrare sia oggettivamente inconfutabile e pacificamente riconosciuto, spesso ai popoli migranti non viene assicurato il rispetto dei diritti fondamentali e inviolabili dell'uomo. Il lavoro si articola in un'indagine sulla tutela accordata al più importante tra essi: il diritto alla salute. Attraverso l'analisi del dato normativo e delle problematiche medico-sociali/medico-legali di ostacolo alla sua realizzazione, si dimostra come esso sia oggi solo astrattamente garantito. La giurisprudenza costituzionale evidenzia l'irrinunciabilità del diritto alla salute, almeno nel suo "nucleo irriducibile", ambito inviolabile della dignità umana. La comparazione tra diverse interpretazioni giurisprudenziali mette in luce la necessità di una ponderazione da effettuarsi caso per caso nella coscienza del medico, figura essenziale per il già debole paziente immigrato. Una manifestazione di coraggio interculturale della popolazione autoctona e una trasformazione dei paradigmi di riferimento riguardanti la salute e l'assistenza sanitaria dei migranti risultano essere una condizione necessaria per la costruzione di un importante cambiamento culturale di tipo inclusivo.