La logica compositiva per la nuova “porta ovest” di Cesena ha preso spunto da una teorizzazione di Oswald Mathias Ungers riguardo la città contemporanea: “città come layer”. “Le città sono composte da diversi strati e sovrapposizioni, che si integrano vicendevolmente oppure si contraddicono diametralmente. (…)”. In questa città le strutture si sovrappongono come gli strati di edificazione di una città storica. Il metodo consiste nel sovrapporre all’esistente, come fossero diversi layers, sistemi sempre nuovi e più completi e controllare e tenere conto di volta in volta degli effetti sfruttando le conseguenze a livello di progetto.”1 Nel “parafrasare” tale concetto, il progetto nasce da un’attenta analisi dell’area “per layers”. Considerandone la conformazione e tentando di carpirne gli elementi significativi, si è cercata una corrispondenza con la teoria dei layers per ipotizzare una soluzione. Ne sono stati individuati quattro: la centuriazione; i tracciati della città contemporanea; i tracciati agricoli; gli edifici alti. Il planivolumetrico nasce dalla sovrapposizione dei quattro layers, ognuno dei quali identifica e definisce precisi aspetti della composizione urbana.