Caso clinico e aspetti metodologici-teorici sono i due apporti di questa tesi che parte da un percorso clinico di salute mentale in una residenza femminile psichiatrica. Lo studio approfondito sul 'fare arte' in un setting specifico con la presenza dell'arteterapeuta determinano l'efficacia dell'intervento. Il 'fare arte' contrasta la manifestazione del delirio offrendogli 'dell'altro'. L'autore riflette su ipotesi di affronto, sul confine tra fantasia di ristoro e quella delirante e perché quest'ultima prevale in un soggetto schizofrenico. Presenterà un volto del delirio emergente con la forza dei materiali artistici e la necessaria presenza della relazione terapeutica. <<Annamaria non scrive solo parole incomprensibili ma disegna(...):riporta il soggetto del suo delirio su un altro supporto, a memoria, come se dovesse inserirlo in un contesto diverso, riproporlo, rivisitalo...>> Il mostro della schizofrenia esiste, spesso è un fantasma, tante volte è palpabile...è un mostro che va compreso, ascoltato, e forse, solo allora, fa respirare per qualche attimo la sua vittima...