L’oggetto principale di questo libro è l’adolescente, il minore, difficile, deviante, delinquente, autore di reato e le relative possibilità educative e rieducative. Il minore “difficile” è stato spesso al centro di intense sollecitazioni mediatiche, facili portatrici di etichette e stigmi. Nella realtà mediatica, il minore autore di reato ha il viso oscurato, è solo un contorno, una figura che si muove, non ha un volto, non si vedono i suoi occhi, non possiamo percepire se ha paura, quasi non ci muove a “compassione”, non attiva nostra responsabilità, ma è sempre e comunque oggetto di giudizio. L’uso mediatico del minore non fa altro che potenziare l’allarme sociale e dar vita ad una maggiore richiesta di controllo e di pena da parte della società, che nei suoi confronti, si è ben posta sulla difensiva. Gli esperti del settore si interrogano su ciò che ancora non è stato fatto, sulle modifiche che devono essere apportate per adattare tutto al cambiamento della realtà, della società, sulle potenzialità che la Giustizia Minorile ha ancora da sviluppare. Cercando di entrare all’interno di questo fenomeno e calandosi nella sua realtà, nessun giudizio appare così scontato.