Il lavoro ragiona sull'importanza della valorizzazione del paesaggio e della sua "dimensione" architettonica che comporta la volontà di recuperare i manufatti storici per conferire loro un uso integrativo e attivo, rendendoli nuovamente funzionali nel rispetto del loro contesto ambientale. Nel caso studio sviluppato, si stabilisce che gli interventi di conservazione sugli edifici vernacolari montanari sono potenzialmente sostenibili se i valori di cui essi sono portatori, sono culturalmente significativi e tali da giustificare il recupero di manufatti che ormai, detto in modo provocatorio, sono soltanto "scatole di pietre". Quando invece le tracce sono più flebili, diventa in qualche modo ammissibile, un intervento di carattere innovativo, che si distingue per forme e qualità. Nei progetti finali studiati, convergono ambiti disciplinari integrati (restauro architettonico e controllo ambientale), che privilegiano la natura storica degli edifici e il rapporto col paesaggio di riferimento.