Bisogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte

Nel 1881 il giovane Gabriele D’Annunzio si trasferisce a Roma, dove inizia a collaborare con alcune importanti riviste letterarie dell’epoca. Egli mostra sin da subito un forte interesse per l’arte e nei suoi articoli dà vita ad un genere di critica fondato per lo più sulla descrizione delle opere. L’arte diviene dunque una componente fondamentale delle opere dannunziane, non soltanto da un punto di vista contenutistico, ma anche da un punto di vista estetico, grazie alle preziose edizioni illustrate che vengono realizzate delle opere del poeta. Dunque D’Annunzio, nel corso della sua carriera, si muove a fianco degli artisti: oltre ad affidare loro i disegni per le edizioni illustrate delle sue opere, condivide le loro scelte e se ne appropria per arricchire con un flusso di immagini elaborate i propri testi letterari, sostiene la loro arte come può dalle pagine dei giornali e all’interno della cultura ufficiale dove presto s’impone e si circonda di numerosi di essi anche al Vittoriale, dove commissiona loro il restauro e la decorazione della “Santa Fabbrica”, l’estrema e più completa opera poetica del Vate.